Antonius Rex - Neque Semper Arcum
00
Copied!
Neque semper arcum tendit rex
Coloro i quali non sanno
Coloro i quali non sanno trovare
Coloro i quali non sanno trovare la verità dentro sé stessi
Coloro i quali sono destinati ad adorare oro e sesso
Coloro i quali non sono in grado di guardarsi allo specchio
Coloro i quali possiedono ville d'avorio con servi, ma senza porte
Coloro i quali non possono fare altro che pagare ogni sì
Coloro i quali sono soliti giacere con i propri antenati
Coloro i quali vogliono capire la profondità del lago standosene a riva
Fra otto lune busseranno alla tua porta e ti diranno:
"Era scritto sulla roccia che sei una fata d'alta montagna
Lui t'ha nominata compagna di grandezza
Ma non credere a lui
Non leggerе più lettere suе
Riempirebbe la penna con sangue del tuo cuore e venderebbe sul palco i tuoi sguardi più sacri
E' un ammasso di malvagità senza cuore
E' un'oscura macchina parlante che ha ingannato tutti
E ora la sua abilità è diventata diabolica, diabolica
Neque semper arcum tendit rex
E traditore come sa esserlo soltanto un vecchio mago
Ti adora con un occhio e con l'altro ti vede come utile pedina
Ti condurrà nell'abisso più tetro cercando di illuderti, di piacerti, di deliziarti, di persuaderti a condurlo per un momento nella luce illusoria dell'oscurità
Ma quando tu l'avrai fatto, scapperà via e riderà della cosa con i suoi servi
Tutti i suoi averi sono in vetrina
La sua anima è in vetrina
Ruberà la tua anima e la metterà in vetrina
Neque semper arcum tendit rex
Neque semper arcum tendit rex"
Abisso, in questo bosco lontano dove vaga lo spirito del vento
A coloro i quali hanno parlato la mano del Fato ha tagliato le lingue
Adesso i loro corpi ondeggiano fatalmente sulla cauda dei cipressi
Adesso la mia chitarra suonerà per loro
Coloro i quali non sanno
Coloro i quali non sanno trovare
Coloro i quali non sanno trovare la verità dentro sé stessi
Coloro i quali sono destinati ad adorare oro e sesso
Coloro i quali non sono in grado di guardarsi allo specchio
Coloro i quali possiedono ville d'avorio con servi, ma senza porte
Coloro i quali non possono fare altro che pagare ogni sì
Coloro i quali sono soliti giacere con i propri antenati
Coloro i quali vogliono capire la profondità del lago standosene a riva
Fra otto lune busseranno alla tua porta e ti diranno:
"Era scritto sulla roccia che sei una fata d'alta montagna
Lui t'ha nominata compagna di grandezza
Ma non credere a lui
Non leggerе più lettere suе
Riempirebbe la penna con sangue del tuo cuore e venderebbe sul palco i tuoi sguardi più sacri
E' un ammasso di malvagità senza cuore
E' un'oscura macchina parlante che ha ingannato tutti
E ora la sua abilità è diventata diabolica, diabolica
Neque semper arcum tendit rex
E traditore come sa esserlo soltanto un vecchio mago
Ti adora con un occhio e con l'altro ti vede come utile pedina
Ti condurrà nell'abisso più tetro cercando di illuderti, di piacerti, di deliziarti, di persuaderti a condurlo per un momento nella luce illusoria dell'oscurità
Ma quando tu l'avrai fatto, scapperà via e riderà della cosa con i suoi servi
Tutti i suoi averi sono in vetrina
La sua anima è in vetrina
Ruberà la tua anima e la metterà in vetrina
Neque semper arcum tendit rex
Neque semper arcum tendit rex"
Abisso, in questo bosco lontano dove vaga lo spirito del vento
A coloro i quali hanno parlato la mano del Fato ha tagliato le lingue
Adesso i loro corpi ondeggiano fatalmente sulla cauda dei cipressi
Adesso la mia chitarra suonerà per loro